A Treviso, la prima azienda per il cambio in bitcoin

Ho sempre detto che non servono grandi capitali da investire, ettari di terra per fatiscenti campus digitali e uomini visionari per sviluppare un idea intelligente, perché in fondo prima della New Economy chi voleva fare azienda si arrangiava comunque. Per molti la “Bitcoin-mania” non è altro che una grande bolla speculativa alla stregua di quella delle “dot-com” del 2001, ma su questo due giovani imprenditori trevigiani non sono d’accordo, tanto che su sull’onda di questo fenomeno, hanno reinventato per primi in Italia una vecchia professione.

Sono stato a Maserada di Piave, dove ho incontrato Federico Tempesta e Michele Girardi, i due fondatori di Kooin, società che ha sviluppato un semplice, ma chiaro modello di business per gestire il cambio da euro a bitcoin.  Giovani concreti poco meno che trentenni, hanno posato il primo mattone del loro sogno nell’ottobre dell’anno scorso e da allora gli affari sono decollati in maniera esponenziale.  “La gente comune viene da noi per cambiare euro in bitcoin”, ha esordito Federico.

E continua: “C’è chi vuole solo speculare comprendo e vendendo criptovalute. Chi invece investe a lungo termine perché ha fiducia in questa nuova moneta candidata a soppiantare le valute classiche per un nuovo e più efficiente mercato”.  Pochi dubbi davanti a questa chiara ma illuminante affermazione che concretizza all’istante cosa propongono e per chi lo fanno. “Non facciamo trading e non siamo nemmeno consulenti finanziari, ma siamo bravi e capaci nel fare la cosa più semplice, ovvero gestire il cambio, che per i bitcoin non è un mestiere semplice”, concordano i due soci.

Con approccio semplice ma deciso mi hanno aiutato a capire come ad oggi le criptovalute abbiano trovato un utilizzo reale nel nostro quotidiano. E’ preciso e concreto Michele, quando afferma infatti che: “Il pagamento con bitcoin ormai è una realtà. Ieri lo si poteva fare solo per acquisti on line, oggi puoi invece pagare con la moneta virtuale anche per esempio in alcune pizzerie della zona”. Sinergicamente allora Federico completa il pensiero del socio: “Quello che facciamo è soddisfare i clienti eseguendo un cambio quando questo è più vantaggioso dando poi supporto su come utilizzare un Wallet, ovvero li salvadanaio elettronico che permette di conservare le monete virtuali”.

Alla fine del nostro incontro, mi hanno fatto cosi entrare nella sala macchine e finalmente ho capito da dove arrivava il rumore assordante di ventola di raffreddamento che sentivo appena entrato: “I computer servono per la cambio di valuta e gestire le transazioni tramite un meccanismo chiamato blockchain, un grosso libro mastro dove vengono registrati tutti i movimenti eseguiti all’interno del circuito mondiale della criptovaluta”.Guardandoli mi dico che ad oggi vedere una divisa da lavoro composta da maglietta e jeans strappati non sconvolge più nessuno, ma se a chi la indossa si associano delle solide competenze tecniche finanziarie, sicuramente si rimarrebbe stupiti.

La brillantezza dell’idea di Kooin sta infatti nella semplicità di un chiaro ma preciso piano di sviluppo definito dai due fondatori che con autorevolezza lavorano su progetti tecnologici rivolti appunto al nuovo mercato della monetica. Personalmente ritengo che il futuro per questo nuovo mercato, che deve comunque confrontarsi con meccanismi e dinamiche classiche consolidate da decenni, per il momento non sia ancora chiaro.

Quello che però è certo è che Federico e Michele, cosi come tanti altri giovani in Italia, stanno iniziando coraggiosamente una partita su un terreno di gioco difficile, dal perimetro non ancora definito dove normative e regolamentazioni non sono ancora consolidate.

Purtroppo non nutro fiducia nella macchina burocratica che come abbiamo visto in altri contesti tecnologici, la lentezza e a volte l’incompetenza nella materia, ha dato come risultante il delimitare in maniera autoritaria l’entusiasmo di chi con coraggio sta cercando di risollevare la situazione, rimettendo in moto un economia, che nel nostro paese ristagna su modelli monopolistici e ormai obsoleti.